29. Alla Coop
Inizio del discorso Pietroburgo. Una bellezza terrificante che leggo stasera al Teatro Farnese di Parma col Trio di Parma.
Pietroburgo, che è il posto dove è nato Dmitrij Šostakovič, nel 1906, è una città stranissima, abitata da gente stranissima.
Io ci ho abitato, per un po’, e ci vado appena posso, anche se a me, devo confessare, piace più Mosca, che è il posto dove è morto Dmitrij Šostakovič nel 1975.
Mi piace molto anche Pietroburgo ma preferisco Mosca diversamente dalla mamma di mia figlia, che si chiama Francesca, ma quando scrivo di lei la chiamo Togliatti perché lei è laureata in Storia dell’Unione Sovietica, e perché, un po’ è convinta di essere il migliore, lei preferisce Pietroburgo e quando vado a Pietroburgo io tutti gli anni le porto indietro una tazza, o uno shopper con su scritto Peterburg lučše Moskvy, che significa Pietroburgo è meglio di Mosca, che si trovano in molti supermercati di Pietroburgo, quelle tazze e quegli shopper lì, mentre a Mosca, nessuno vende tazze con scritto Moskva lučše Peterburga (Mosca è meglio di Pietrobugo) il che, mi sembra , dimostra un po’ la superiorità di Mosca, ma lasciamo perdere.
Pietroburgo è una città stranissima, dicevamo, fondata nel 1703 da Pietro il grande in un posto, 700 chilometri a nord di Mosca, sul mar Baltico, dove, all’epoca, nel 1703, non ci abitava nessuno.
Con Togliatti più di venti anni fa, siamo andati a Pietroburgo abbiamo fatto un documentario sulla città senza mai far vedere i monumenti, facendoci raccontare dai pietroburghesi le case dove abitavano.
Uno di loro era un signore che lavorava al Museo Russo, era nato a Pietroburgo, aveva sempre vissuto a Pietroburgo, e non la sopportava.
Diceva che qui, sul Baltico, prima che Pietro il grande decidesse di fondare qui la sua capitale, non ci abitava nessuno, e che c’è un motivo, per cui non ci abitava nessuno. Il clima, è pessimo, d’estate ci sono le notti bianche ma d’inverno ci sono i giorni bui e qui, d’inverno, si possono fare due cose, o si beve o si studia, e delle volte si fanno le due cose insieme.
Per questo Pietroburgo è considerata la capitale intellettuale della Russia, perché studiano, e bevono, molto.
Da qui, forse, il fatto che a Pietroburgo vendono dei quaderni con sopra disegnato una bottiglia di vodka e un ombrello e con su scritto «Da Pietroburgo, con apatia e indifferenza».
Che tutte le volte che vado a Pietroburgo ne compero quattro o cinque.
E un anno anche una borsa di tela di quelle da fare la spesa.
E vado alla Coop a fare la spesa con una borsa con sopra scritto «Da Pietroburgo, con apatia e indifferenza» e con in tasca un quaderno per prendere appunti con su scritto «Da Pietroburgo, con apatia e indifferenza».
E alla Coop di via Andrea Costa a Bologna, pochi giorni fa, una signora mi ha visto, ha allargato le braccia, mi ha chiesto «Ma è lei?».
Io l’ho guardata le ho detto «Ho paura di sì».
«Ma viene anche lei alla Coop?» mi ha chiesto quella signora.
«Sì», le ho risposto io.
State bene.
In una giornata come questa, in un luogo come questo e in un momento del genere, questa storia mi ha fatto 1. Ridere, nel senso buono e genuino, 2. Stare meglio e 3. Chiedermi (senza un nesso concreto e me ne scuso) quando potrò leggere una copia in italiano del Maestro e Margherita tradotta da lei (non l’ho ancora mai letto io, in italiano)
Si può vedere da qualche parte il documentario su Pietroburgo di Nori e Togliatti? Un sorriso