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Avatar di Veronica

Memorabile come il cappotto che mio nonno si fece cucire trasformando la coperta di un campo di prigionia tedesco. Quando lui e i suoi compagni poterono fare ritorno in Italia a piedi da Norimberga, portarono con sé tutto quello che poteva diventare merce di scambio lungo il percorso e poco altro. L'unica cosa a cui mio nonno non rinunciò fu quella coperta che in seguito divenne un cappotto.

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Avatar di Fabio Senatori

A me piace di più paletò, come dicono a Parma. A proposito di questa città, mi piace ricordare la lettera di Giordano Cavestro, a cui è intitolata la via dov'è (ancora?) la segreteria dell'Università, semplice e piena di passione come può scriverla un ragazzo di diciannove anni prima di essere fucilato

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