Memorabile come il cappotto che mio nonno si fece cucire trasformando la coperta di un campo di prigionia tedesco. Quando lui e i suoi compagni poterono fare ritorno in Italia a piedi da Norimberga, portarono con sé tutto quello che poteva diventare merce di scambio lungo il percorso e poco altro. L'unica cosa a cui mio nonno non rinunciò fu quella coperta che in seguito divenne un cappotto.
A me piace di più paletò, come dicono a Parma. A proposito di questa città, mi piace ricordare la lettera di Giordano Cavestro, a cui è intitolata la via dov'è (ancora?) la segreteria dell'Università, semplice e piena di passione come può scriverla un ragazzo di diciannove anni prima di essere fucilato
In questo periodo ho la lacrima facile, è vero, ma adesso, anche se sto bene, mi sono commossa. Ho letto le lettere dei condannati a morte della resistenza e ho bene in mente questa del paletot. Grazie per avercela ricordata!
Caro e benedetto Paolonori, sono sempre contenta di leggere qualunque cosa tu scriva. Fino ad oggi non mi hai mai delusa. Per questo ti ringrazio e ti auguro tutto il bene. Grazie carissimo e stai bene anche tu insieme a tutte le persone a te care.
Veronica e Lorenza hanno lasciato due bellissimi, struggenti commenti al tuo bellissimo testo. Si potrebbe fare un piccola antologia con questi e altri commenti intitolata I Paletot.
Memorabile come il cappotto che mio nonno si fece cucire trasformando la coperta di un campo di prigionia tedesco. Quando lui e i suoi compagni poterono fare ritorno in Italia a piedi da Norimberga, portarono con sé tutto quello che poteva diventare merce di scambio lungo il percorso e poco altro. L'unica cosa a cui mio nonno non rinunciò fu quella coperta che in seguito divenne un cappotto.
A me piace di più paletò, come dicono a Parma. A proposito di questa città, mi piace ricordare la lettera di Giordano Cavestro, a cui è intitolata la via dov'è (ancora?) la segreteria dell'Università, semplice e piena di passione come può scriverla un ragazzo di diciannove anni prima di essere fucilato
In questo periodo ho la lacrima facile, è vero, ma adesso, anche se sto bene, mi sono commossa. Ho letto le lettere dei condannati a morte della resistenza e ho bene in mente questa del paletot. Grazie per avercela ricordata!
Caro e benedetto Paolonori, sono sempre contenta di leggere qualunque cosa tu scriva. Fino ad oggi non mi hai mai delusa. Per questo ti ringrazio e ti auguro tutto il bene. Grazie carissimo e stai bene anche tu insieme a tutte le persone a te care.
Veronica e Lorenza hanno lasciato due bellissimi, struggenti commenti al tuo bellissimo testo. Si potrebbe fare un piccola antologia con questi e altri commenti intitolata I Paletot.
Grazie
Bellissimo ricordo soprattutto in questi tempi difficili